Il mosaico è senza ombra di dubbio il simbolo più rappresentativo di Ravenna.
Se, da una parte, è l’accostamento di piccole e meravigliose tessere, costituendo, di fatto, un elemento di spicco del patrimonio artistico paleocristiano e bizantino, dall’altra è impressionante notare come questo insieme di capolavori sia disseminato e presente in molteplici punti della città: nei monumenti Patrimonio Unesco, nelle vie e nelle piazze, nei principali siti archeologici, nei musei e nelle scuole, nelle botteghe artigiane e nei negozi di souvenir.
Come se fosse proprio l’immagine stessa di Ravenna, della sua storia, della sua comunità, ad essere incastonata e rappresentata da un mosaico più grande che, dal 1996, la rendono patrimonio dell’Umanità intera.
Se è stato lo splendore dei mosaici realizzati nel corso dei secoli a rendere grande Ravenna, superiori per qualità e iconografia a quelli di tutte le altre città del mondo antico (di Occidente e Oriente), e se questi sono stati tanto ammirati da divenire laboratorio creativo dei maggiori artisti e letterati della storia è anche perché è stata la città stessa a dare spazio e vita a questi capolavori, lasciando che fossero direttamente essi stessi a presentarsi e a parlare al mondo.