Si parla spesso di Ravenna come della città d’arte, dell’antica capitale del mosaico e che ha saputo affascinare poeti, artisti e cantori…
Ma più di rado viene ricordata come meta di interesse naturalistico, anche se le valli offrono la possibilità di fare tante attività all’aperto.
Tra queste, il birdwatching è una di quelle che contraddistingue il territorio: Ravenna è una nota meta per chi è appassionato dell’osservazione di uccelli, con oltre 310 specie segnalate, la cui presenza ha influenzato anche le decorazioni musive!

Gli uccelli della Cappella Arcivescovile (o di Sant’Andrea)
La Cappella Arcivescovile è chiamata anche Cappella di Sant’Andrea in quanto, intorno alla metà del VI secolo, le reliquie del Santo furono trasferite da Costantinopoli a Ravenna.
Il sacello è preceduto da un vestibolo rettangolare molto interessante. L’ordine inferiore è rivestito in marmo, mentre la parte superiore rappresenta un centinaio di volatili differenti.
Tra i tanti, importante è la presenza di 11 faraone e di 8 storni. Non mancano ovviamente pavoni, fagiani e aironi.

Le colombe abbeveranti: dal Mausoleo di Galla Placidia a Invader
I più famosi uccelli nei mosaici di Ravenna sono le colombe abbeveranti raffigurate nel Mausoleo di Galla Placidia.
Il famoso artista Invader le ha rivisitate, riproponendole in versione street art. In questo articolo raccontavamo di come lo street artist ami “invadere” la città di Ravenna che ha visitato.
La colomba è presente anche in altri monumenti come nella Basilica di San Vitale, nella Cappella Arcivescovile e nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe. Da sempre simbolo dello Spirito Santo, se la colomba è accostata alla fonte può rappresentare anche l’anima del cristiano assetata della grazia divina.

Il bosco incantato dell’abside di Sant’Apollinare in Classe
Sant’Apollinare in Classe colpisce chi lo visita per la sua decorazione musiva, dove il Santo patrono è al centro di un armonioso bosco popolato dal gregge e da numerosi uccelli.
Molti di questi attori hanno valore figurativo, come gli ulivi, simboli di pace, che toccano il cielo con le loro chiome.
Tra la vegetazione, sono raffigurati molti pennuti: ci sono colombi, il pollo sultano e il parrocchetto dal collare, fagiani, la coturnice e altri difficilmente identificabili.

Alla ricerca dei pavoni di Ravenna: da San Vitale alla Classense
Il pavone è molto presente nelle decorazioni musive ravennati. Questo splendido animale rappresentava l’immortalità. Questa simbologia fu adottata anche dai cristiani, che la adattarono al concetto di risurrezione.
Alla base di una delle vele dell’abside si distinguono due esemplari. A questi se ne aggiungono altri dove sono rappresentati su globi azzurri mentre fanno la ruota. Si possono ammirare pavoni anche nella pavimentazione in mosaico dell’abside e nella lastra dei resti del sacello.
Il pennuto si può trovare anche in altri luoghi della città. Ne potrete ammirare uno alla Biblioteca Classense, dove è al centro di un pavimento del VI secolo; l’ingresso della Cappelleria Inglese ospita una di queste creature in un’opera musiva del 1998 di Cesare Vitali; infine, due pavoni sono scolpiti in uno dei pannelli della cattedra eburnea del vescovo Massimiano del VI secolo, presso il Museo Arcivescovile.
