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Zuppa inglese

La prima ricetta scritta della ZUPPA INGLESE è contenuta nel libro di cucina italiana più letto da sempre, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi, pubblicato nel 1891.

Da qui ricaviamo la notizia che, alla fine dell’800, la zuppa inglese era diffusa in almeno tre regioni italiane – Emilia-Romagna, Toscana e Marche − ma anche che in Emilia e in Romagna era già nota fin dal Settecento.

Dunque cosa c’entrano gli inglesi?

Sappiamo che in Inghilterra, già nel ‘600, era diffuso il trifle, un dolce che della zuppa inglese potrebbe essere l’antesignano. Si tratta di un dolce di pasta bagnato di vino dolce, arricchito con la frutta e coperto da crema.

Questo dolce potrebbe essere arrivato in Italia, sulle tavole rinascimentali, alla fine del XVII secolo, grazie al matrimonio di Giacomo II Stuart, ultimo sovrano della dinastia, con Maria Beatrice d’Este dei Ducati di Modena e Reggio.

Si diffuse poi in Romagna con il nome “zuppa inglese” per ricordarne l’ispirazione e anche italianizzare il nome originario: Trifle in inglese significa “sciocchezza” così come, in italiano, “zuppa” è anche sinonimo di “guazzabuglio”.

Zuppa Inglese

RICETTA DELLA ZUPPA INGLESE

Ricetta dello chef Massimiliano Gentile

Ingredienti per 6 persone

  • 4 cucchiai di farina;
  • 10 cucchiai di zucchero;
  • 4 uova intere + 4 tuorli d’uovo;
  • 150 gr. di tavoletta di cioccolato fondente;
  • 20/30 biscotti savoiardi;
  • 1 litro di latte;
  • Alchermes quanto basta;
  • 1 bacca di vaniglia.

Preparazione

In una terrina contenente la vaniglia, rompere le uova e aggiungere poi la farina e il latte intiepidito sul fuoco, continuando a girare con la frusta.
Una volta ottenuto un composto omogeneo, rimettere tutto nella pentola sul fuoco a temperatura medio bassa, continuando a girare con la frusta per farla addensare.

Nel frattempo, preparare delle coppe singole o una pirofila unica, e intingere i savoiardi, o gli avanzi di ciambella, nell’alchermes in modo che si colorino di rosso, poi disporli sul fondo della coppa o pirofila.
Spezzare i savoiardi o il dolce bagnati sul fondo del contenitore e versare sopra, ancora calda, un po’ di crema pasticciera.

Aggiungere al restante della crema ancora calda nella pentola, un’intera tavoletta di cioccolato fondente, continuando a girare per farla sciogliere bene.
Ottenuta così anche una crema di cioccolato, sistemarla sullo strato di crema pasticcera già versato nel contenitore, alternando i due strati fino a riempirlo.

In cima, come decorazione, adagiare un ultimo pezzo di savoiardo intinto nell’alchermes.

La zuppa inglese può essere mangiata fredda o – buonissima − ancora tiepida.

A cura della Redazione Locale.
E-mail: turismo@comune.ravenna.it

Ultima modifica: 14 Dicembre 2022

FOCUS

Il dolce di Lord Byron

Nel giugno del 1819 Lord George Gordon Byron, poeta e politico inglese, giunse a Ravenna al seguito della contessa Teresa Gamba Guiccioli, conosciuta nei salotti di Venezia. Rimase in città per diversi anni e qui compose parte delle sue opere più importanti come il Don Juan.

Frequentò salotti e palazzi altolocati, legandosi allo stesso tempo alla Carboneria italiana.

Si narra che sia stato il cuoco di una di queste dimore a perfezionare la ricetta di una locale “zuppa” di crema e cioccolato, di cui Byron era diventato estremamente ghiotto, traendo spunto da un dolce inglese, il trifle, che comprendeva oltre alla crema anche il pan di Spagna, il tutto innaffiato in qualche bevanda alcolica.

Nacque così la “Zuppa Inglese” (la “Sopainglesa” in dialetto) che da allora viene preparata con molte varianti, con savoiardi o amaretti e alchermes.

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