Le tele romagnole stampate a mano sono uno dei simboli della Romagna e protagoniste assolute dell’addobbo della tavola in occasione delle feste, come quelle natalizie.
Si può ipotizzare che le tele romagnole si producessero già nel XVII secolo, quando la Romagna faceva parte dello Stato Pontificio. L’origine accertata di questa pratica però non si conosce, ma pare che all’epoca fosse utilizzata anche a Roma.
Le tele sono prodotte in fibre naturali: canapa, cotone o lino. Per decorarle si utilizzano stampi intagliati a mano in legno di pero. In queste matrici possono esserci incise diverse decorazioni e le più tipiche vedono fiori, spighe di grano, tralci di vite o la caveja, l’asta in acciaio decorata con immagini allegoriche che rappresenta uno dei più importanti simboli del territorio….
Il colore più tipico è il ruggine, che viene creato con ossido di ferro! Farina, aceto di vino e ruggine vengono mescolati in proporzioni segrete (ogni bottega ha la sua ricetta).
Il procedimento di stampa consiste nel battere con un “mazzuolo” di 3 o 4 chili sullo stampo in legno appoggiato sulla tela, che si deve trovare distesa su una superficie non troppo rigida. Così si creano tovaglie, tovaglioli, grembiuli e molto altro ancora: doni graditi a chi ama avere un po’ di tradizione in casa.
Le botteghe sono molto diminuite, ma ancora oggi se ne trovano in provincia di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Per tutelare l’operato delle botteghe artigiane, nel 1997 è nata l’Associazione Stampatori Tele Romagnole, con l’intento di tutelare il valore di questa tradizione.