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Marina Romea – Relax tra due spiagge

Le Valli di Marina Romea (Ra)

“La chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore, metteva l’amore, la chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore sopra ogni cosa”.
Ore sette di sera, visi abbrustoliti, chitarre e gambe incrociate. La ruota della mia bici supera la ghiaia del sentiero e approda a un raduno di gente, vino versato nei bicchieri di plastica e triangoli di pizza mentre si canta De André.

A Marina Romea respiro quell’aria frizzantina che dona l’estate. Un vecchio pedalò ricorda le gite alla boa per tuffarsi e guardare il nostro ombrellone diventare piccolo piccolo.

Il mare è un obiettivo da conquistare, un viaggio iniziatico attraverso la pineta. Rucola, asparagi, more, pinoli grassi che per aprirli ci facevamo venire le mani nere come carbone.  Quante volte avrei voluto chiamarlo diversamente, questo paese amato e odiato.

Da bambina mi svegliavano i timbri dell’ufficio postale sotto camera mia. Ma quando aprivo la finestra vedevo i pini e tra i loro rami cercavo il viale che mi avrebbe portata in spiaggia.

Avevano scelto una strada per battezzare questo angolo di mondo. Una strada verso Roma. I ragazzini storpiavano Romea in Mortea, poi si rifugiavano al cinema all’aperto e si mangiavano un gelato sulle panchine.

Valle di Marina Romea, pontile al tramonto
Valli di Marina Romea | Foto © mapio.net

Marina Romea non è cambiata, negli anni. Resta il regno delle famiglie, della passeggiata, della natura. Il parco pubblico si chiama “Parco degli alberi fatati”: è lì che si incontrano genitori e nonni insieme ai bambini.

A Marina Romea molti hanno la seconda casa con le chiavi da lasciare nella serratura, con la citronella per tenere lontane le zanzare. Se pedali per le strade prima di cena senti il rumore delle stoviglie. Se passeggi all’ora di colazione vedi i bambini sulla bicicletta, pronti a raggiungere l’ombrellone.

Quante volte mi sono chiesta come mai chi veniva in vacanza a Marina Romea quando era bambino lo fa ancora oggi, con i suoi figli.

L’ho capito con gli anni che quel senso di pace è quasi un sogno proibito per chi, per qualche intoppo, un anno non riesce ad arrivare fin qua.

Sull’isola che è sempre un po’ difficile da raggiungere, dopo la Baiona scandita di industrie che fumano troppo, e che dimentichi girandoti dall’altra parte e assistendo allo spettacolo della Piallassa punteggiata di capanni da pesca.

Solo d’inverno qualcosa muta: è il letargo di un luogo nascosto sotto gli alberi. Che si riposa per tornare, l’estate dopo, alla sua natura secolare.

Silvia Manzani


9 spiagge in cerca d’autrice

Nove lidi e 40 chilometri di spiaggia, nove storie, nove stili diversi di vivere la vacanza, un microcosmo di realtà del litorale ravennate che offre sguardi differenti. Nascono così nove racconti sull’identità di ogni luogo, tra memorie, ricordi e fascinazioni.
Casal Borsetti, Marina Romea, Porto Corsini, Marina di Ravenna, Punta Marina Terme, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Classe, Lido di Savio. Nove località raccontate da altrettante giornaliste.
Un viaggio in parole dove l’innovazione si affianca all’offerta balneare più tradizionale, con modalità diverse, passando da antichi borghi di pescatori, alle riqualificazioni urbane ai grandi progetti del porto turistico, dalla pineta agli stabilimenti balneari, dalla natura incontaminata ai bagni attrezzati.

RavennaTourism

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Ogni giorno la redazione di Ravenna racconta attraverso immagini e contributi di vario tipo la città al di fuori dei luoghi comuni, in un percorso in bilico tra arte, cultura, mare e natura.

A cura della Redazione Locale
E-mail: turismo@comune.ravenna.it

Data pubblicazione: 2 Giugno 2018
Data revisione: 11 Maggio 2023

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