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Droctulfo, difensore di Ravenna: la storia che ha ispirato Borges

Nei pressi del Battistero degli Ariani c’è un muro molto particolare, che si distingue dalle altre mura della città per le sue tre grandi cuspidi con ornamenti in marmo. In molti lo hanno visto, ma non tutti ne conoscono il nome: è il cosiddetto Muro di Droctulfo.

Secondo lo storico ravennate Agnello (IX secolo d.C.), in quest’area aveva vissuto Droctulfo, un cavaliere di origini longobarde vissuto nel VI secolo, noto per la sua particolarissima storia.

Ma cosa rende così speciale Droctulfo?

Il muro di Droctulfo | Foto © edificistoriciravenna.it

Droctulfo era di origini sveve o alemanne e in gioventù fu schiavo presso la corte del re longobardo Alboino. Nonostante ciò, divenne duca longobardo per i suoi grandi meriti.

Nel 572 d.C. la svolta che lo rese celebre: durante la guerra tra il suo popolo e i Bizantini per la conquista dell’Italia, tradì i suoi commilitoni e si mise a combattere a fianco degli abitanti di Ravenna per la difesa della città.

Il motivo di questa scelta non è chiaro, ma lo storico Paolo Diacono ipotizzò che il cambio di bandiera fosse avvenuto per vendicare lo stato di prigionia che avevo subito da giovane.

Da allora, Droctulfo visse e combatté sempre a fianco dei Bizantini, e si distinse in imprese importanti, come la liberazione di Classe. Morì lontano da Ravenna ma, per sua stessa richiesta, fu sepolto qui.

Fu celebrato con tutti gli onori, e la sua tomba fu collocata a fianco di quella del martire Vitale. Gli fu dedicato un bellissimo epitaffio, lodato per la sua qualità letteraria da Benedetto Croce e che ha ispirato un racconto del grandissimo Jorge Luis Borges.

Jorge Luis Borges | Foto © cultora.it

Il racconto dello scrittore argentino si intitola “Storia del guerriero e della prigioniera”, e oggi si può trovare nella raccolta “L’Aleph”.
Borges rielabora la storia del guerriero Droctulfo, difensore “per caso” di Ravenna, raccontando il colpo di fulmine che provò per la città.

Eccone un breve brano:

Vede un insieme che è molteplice senza disordine; vede una città, un organismo fatto di statue, di templi, di giardini, di vasi, di capitelli, di spazi regolari e aperti. Nessuna di quelle opere, lo impressiona per la sua bellezza; lo toccano come oggi si toccherebbe un meccanismo complesso, il cui fine ignoriamo, ma nel cui disegno si scorgesse un’intelligenza immortale. Forse gli basta. Vedere un solo arco, con un’incomprensibile iscrizione in eterne lettere romane.
Bruscamente, lo trasforma questa rivelazione: la Città. Sa che in essa egli sarà un cane, un bambino, e che non potrà mai capirla, ma sa anche ch’essa vale più dei suoi Dèi e della fede giurata e di tutte le paludi di Germania. Droctulfo abbandona i suoi e combatte per Ravenna.

Non si può aggiungere niente di più efficace di quanto non abbia già scritto Borges.

In questo video potete ascoltare una lettura in lingua originale:

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A cura della Redazione Locale
E-mail: turismo@comune.ravenna.it

Data pubblicazione: 16 Ottobre 2018
Data revisione: 1 Dicembre 2022

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