La Biblioteca Classense è uno dei vanti di Ravenna. Il suo patrimonio dona a questa istituzione rilevanza nazionale.
Vi si organizzano eventi, presentazioni, mostre e, d’estate, uno dei suoi chiostri diventa cornice per i concerti del Ravenna Festival. Sita nel centro di Ravenna, vale davvero la pena di essere visitata.
Con questo post proviamo a darvi un assaggio della Biblioteca Classense: cinque immagini per raccontare cinque buoni motivi per andare alla sua scoperta.
La storia della fondazione della Biblioteca Classense
Il primo nucleo della collezione libraria della Biblioteca nacque nel monastero della Congregazione dei Camaldolesi, che fino al XVI secolo si trovava annessa alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe.
Solamente nel 1512, in seguito alla battaglia di Ravenna durante la quale il monastero fu saccheggiato, venne presa la decisione di spostare la sede entro le mura cittadine.
La costruzione della nuova Abbazia Classense avvenne nel 1513, ove precedentemente sorgeva un ospedale, nell’attuale via Beccarini.
Nel 1803 la prestigiosa libreria monastica dei Camaldolesi divenne Biblioteca Civica di Ravenna, in seguito alla legge napoleonica della soppressione dei beni monastici.

Aula Magna
L’Aula Magna è l’ambiente che più di tutti resta impresso in chi la visita.
Fu realizzata tra il XVII e il XVIII secolo dall’abate Pietro Canneti e decorata con statue, stucchi, scansie lignee intagliate finemente e opere pittoriche di Francesco Mancini.

Il patrimonio librario
La Classense conserva circa 750 manoscritti antichi, 350 dei quali sono codici databili fra il X e il XVI secolo. Tra questi, una menzione speciale la merita l’Aristofane, l’unico esemplare superstite che conserva tutte le undici commedie del commediografo greco, acquistato da Pietro Canneti a Pisa nel 1712.
I libri a stampa antichi, stampati tra il XV e il XVIII, superano gli 80 mila. Tra i carteggi conservati, c’è quello del poeta Lord Byron e Teresa Gamba Guiccioli, con la quale trascorse a Ravenna alcuni felici anni.

I gatti della Biblioteca Classense
Da qualche anno l’edificio ha adottato una colonia felina: Byron, Teresa, Matta e Obama scorrazzano tra gli utenti che frequentano questo luogo speciale.
Le nozze di Cana di Luca Longhi
Al piano terra, si trova la Sala Dantesca, dove si può ammirare un’importante opera del pittore Luca Longhi (1507-1590).
Le nozze di Cana fu commissionato dall’abate don Pietro Bagnoli da Bagnacavallo nel 1579 , ed eseguito l’anno successivo dietro compenso di 200 scudi d’oro.
Pare che il pittore abbia usato come modelli il committente, lo storico Girolamo Rossi, il Cavalier Pomponio Spreti, ma anche se stesso e i suoi figli Francesco e Barbara.
Le nozze di Cana di Luca Longhi | Foto © classense.ra.it
Ma questo non è tutto!
Se volete ammirare la Biblioteca nel suo complesso (oltre 28mila mq!), la trovate in via A. Baccarini 3, e qui ci sono i suoi orari di apertura.