Il centro di Classe e il suo porto raggiunsero il massimo splendore con Ravenna capitale dell’Impero. Importantissimo scalo sull’Adriatico per le merci, gli eserciti e i viaggiatori che dall’Oriente venivano a commerciare in Occidente, grazie anche alla protezione naturale del sistema lagunare, l’Antico Porto divenne già dal IV secolo d.C. lo sbocco al mare dell’intera Pianura Padana.
Sorse allora un popoloso centro urbano cinto da mura difensive che, quando nel 402 d.C. la capitale fu trasferita da Milano a Ravenna, assunse anche un ruolo di baluardo militare verso il mare.
Ne troviamo una meravigliosa e verosimigliante rappresentazione in mosaico sulla parete della navata centrale della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo.
L’epoca d’oro durò circa 200 anni, dal V secolo fino alla progressiva decadenza, a partire dal VII secolo, frutto di una grave crisi economica e quindi della diminuzione dei traffici commerciali e dell’insabbiamento dei canali di comunicazione che portò all’oblio l’intero complesso.
I recenti studi archeologici hanno in parte restituito l’immagine che il sito poteva avere nel suo apogeo, grazie alla realizzazione di un suggestivo percorso archeologico, con un camminamento che lo attraversa, tra prati e canali e che, snodandosi a zig-zag tra acqua e terra, racconta la vita all’epoca del porto.
Suggestiva e originale l’installazione di cinque lastre prospettiche con le ricostruzioni degli edifici e delle strutture del Porto, che si fondono con l’ambiente attuale, restituendo scorci di passato.
Il percorso di visita vi consentirà di ammirare gli affacci sul canale, la strada lastricata romana che serviva i moli d’attracco e il retro dei magazzini in cui erano stoccate le merci, le botteghe artigiane, le fornaci che custodiscono ancora resti di mercurio e coloranti, gli impluvium, il sistema fognario, e anche le fondamenta delle ultime dimore.
Qui sono state rinvenute lucerne, stoviglie e 400 anfore che hanno trasportato olio, vino, salsa di pesce e granaglie dall’Egitto, Cartagine, Palestina e Bisanzio.
Nel Porto di Classe sbarcarono le tonnellate di materiali lapidei, le colonne e i capitelli che servirono alla costruzione della Basilica di San Vitale. E qui, sicuramente, andavano e venivano le migliaia di soldati destinati alla famosa caserma di addestramento per gladiatori.
Innumerevoli i resti dei perimetri murari e delle botteghe con forni produttivi, il tutto salvato e tramandato grazie a un colossale incendio che deve avere distrutto il porto, ma anche conservato le sue rovine sotto una coltre di cenere.