In occasione della VII Biennale di Mosaico Contemporaneo, il Museo Nazionale di Ravenna ed Equidistanze Residenze Artistiche, presentano NELLO SPAZIO, una mostra di installazioni site-specific realizzate da tre artisti emergenti: Mitsuyasu Hatakeda, Caterina Dondi e Tera Drop.
I tre artisti sono stati chiamati a intervenire in spazi caratteristici del museo, con opere che si misurano con gli ambienti architettonici e naturali presenti nei primi due chiostri dell’antico complesso monastico di San Vitale.
L’evento espositivo, a cura di Emanuela Fiori e Alessandra Carini, si colloca all’interno della Biennale di Mosaico Contemporaneo in una visione di ricerca e sperimentazione, uscendo dai canoni del mosaico tradizionale e puntando su artisti emergenti che lavorano in Italia.
Caterina Dondi (Milano, classe 1998): indirizza la sua ricerca sullo studio degli spazi e sulle modalità in cui essi si modificano in base agli oggetti.
L’artista parte dall’idea che immettere un nuovo oggetto in un luogo sia estremamente invadente, così interviene delicatamente per non creare rotture ma piuttosto continuità con l’ambiente circostante. Le sue opere si mimetizzano, vengono assorbite dal luogo che le ospita, si nascondono nelle nicchie e negli anfratti, fino quasi a scomparire.
Mitsuyasu Hatakeda: nato ad Osaka nel 1974, vive e lavora in provincia di Brescia.
L’artista lavora con vecchi fili di ferro recuperati nelle nostre campagne e compone volti, corpi e oggetti che richiamano un luogo o una persona particolare. Hatakeda usa fili di ferro molto grossi che piega sapientemente con l’uso delle mani.
Pietro Vitali, in arte Tera Drop (classe 1994): vive e lavora tra Bergamo e Milano. Cresciuto in una famiglia di costruttori edili viene a contatto fin da subito con alcuni materiali come il ferro, il cemento, la sabbia e la terra che oggi rappresentano i suoi materiali prediletti.
L’artista lavora sullo spazio e il rapporto dell’opera nello stesso: nelle sue opere troviamo un’attenzione quasi tassonomica per l’essere umano e l’ambiente naturale, che scaturisce nell’ibridazione tra questi due mondi, moltiplicando forme che si ripetono in pattern speculari.