Negli spazi di quello che un tempo era il monastero benedettino di San Vitale, a lato della celebre basilica del VI secolo, dal 1885 ha sede il MUSEO NAZIONALE DI RAVENNA con le sue notevoli e variegate collezioni.
Il nucleo primitivo fu costituito nel Settecento dagli eruditi monaci delle grandi abbazie cittadine, in particolare i monaci camaldolesi di Classe che avevano collezionato numerosi oggetti d’interesse artistico, antiquario e naturalistico presso il loro monastero cittadino.
Oggi il museo raccoglie importanti reperti archeologici, tra cui stele sepolcrali, sculture bizantine, prestigiosi oggetti legati ai monumenti UNESCO, oltre a grandi collezioni di arti applicate.
Grazie alla notevole atmosfera dei due chiostri rinascimentali e degli spazi abbaziali, costituisce una naturale prosecuzione di un tour dedicato a Ravenna e allo splendore artistico raggiunto dalla città nel corso della storia.
Nelle sale del Museo
Al piano terra, attorno al primo e più antico chiostro (fine XV – inizi XVI secolo), si ritrovano reperti lapidei di epoca romana, consistenti soprattutto in una ricca raccolta di epigrafi, bassorilievi, stele funerari e sarcofagi datati tra I e III secolo d.C. tra i quali spicca l’Apoteosi di Augusto e le famose erme di eroi e filosofi della Grecia antica ritrovate in mare vicino Ravenna da alcuni pescatori.
Lungo il secondo chiostro, invece, si conservano diversi reperti lapidei che coprono un arco temporale che va dal V secolo d.C. fino all’età barocca, tra cui degni di nota sono il sarcofago Traditio Legis e i capitelli cosiddetti “a farfalla” di età teodoriciana.
Attraverso il monumentale scalone progettato dal monaco Benedetto Fiandrini nel 1790, si accede al primo piano.
Qui sono conservate testimonianze temporalmente molto distanti tra loro, ma unite nel raccontare lo splendore della città: dalla collezione di bronzetti e placchette di epoca rinascimentale, al mobilio settecentesco della farmacia dei Mori, dalle sale dedicate alla Chiesa imperiale di Santa Croce, alla selezione di ricerche sul Palatium (il Palazzo imperiale, anche corte di Teodorico), fino ai tesori esposti di San Vitale e San Michele in Africisco.
Notevoli sono le collezioni degli avori, tra cui spicca la formella di V secolo che raffigura Apollo e Dafne e il dittico di Murano di VI secolo, le icone di collezione classense, tra cui la Crocefissione di Paolo Veneziano; e infine, la collezione delle ceramiche, molte delle quali sono frutto di acquisti o donazioni.
Per finire l’ampio refettorio dell’ex monastero ospita il ciclo degli affreschi staccati dall’antica chiesa di Santa Chiara in Ravenna (vedi focus) opera di Pietro da Rimini, uno dei più importanti pittori nell’ambito della scuola riminese del Trecento.