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Basilica di San Francesco

Piazza San Francesco, 1 - Ravenna

Al centro della Zona del Silenzio, subito alle spalle della Tomba di Dante, sorge forse una delle più belle basiliche di Ravenna, almeno secondo molti cittadini.

Dalle forme spiccatamente romaniche, la BASILICA DI SAN FRANCESCO fu durante il periodo medievale la chiesa prediletta della famiglia dei Polentani, signori della città e ospiti di Dante Alighieri.

Probabilmente la stessa fu la più frequentata in città dal Sommo Poeta, tanto che proprio qui furono celebrati il 13 settembre 1321 i suoi solenni funerali, accogliendo temporaneamente le sue spoglie all’interno di un bellissimo sarcofago del IV secolo d.C., situato nella cappella della famiglia dei Da Polenta disposta lungo la navata di sinistra.

Storia di una basilica

La Basilica di San Francesco, dedicata in origine ai SS. Apostoli e poi a San Pietro, risale alla metà del V secolo d.C. Ben poco rimane della prima chiesa paleocristiana, soprattutto a causa dei continui rifacimenti che interessarono l’edificio nel corso dei secoli.

In particolare tra il 1261 e il 1810, e poi di nuovo tra il 1949 fino a oggi, i monaci Francescani la scelsero come loro sede con l’attuale intitolazione a San Francesco.

Il restauro del 1921 – in concomitanza con il VI Centenario della morte di Dante – infine apportò tutta una serie di modiche che andarono a smantellare le sovrastrutture barocche presenti, riportando la basilica alla severa linearità caratteristica del Trecento, più adeguata al sentire dell’ordine Francescano.

Gli interni della chiesa

Una classica forma basilicale a tre navate, separate da due file di 12 colonne ciascuna, caratterizza l’architettura di San Francesco. A lato, all’esterno, un robusto campanile quadrato risalente al IX secolo ne arricchisce la facciata, donandole un fascino ulteriore.

Di particolare bellezza è l’abside semicircolare all’interno ed eptagonale all’esterno, che per il fenomeno della subsidenza appare oggi ribassata di 3 metri e mezzo rispetto al pavimento più recente.

Attraverso una finestra posta sotto l’altare maggiore, costituito da un sarcofago del V secolo, si scorge la cripta del X secolo, un ambiente a forma di oratorio sorretto da pilastrini destinato ad ospitare le reliquie del vescovo Neone, fondatore della chiesa. Il pavimento della cripta è costantemente sommerso dall’acqua, che tuttavia permette di ammirare i frammenti musivi del pavimento della chiesa originaria.

Lungo la navata destra, la basilica ospita anche tre belle cappelle risalenti alla metà del XVI secolo: la prima ad opera dello scultore Tullio Lombardo ospitava un tempo la statua di Guidarello Guidarelli, oggi esposta al MAR – Museo d’Arte di Ravenna; la seconda è una cappella centrale dedicata a Sant’Antonio, infine la terza è dedicata a San Rocco, con una cupola affrescata da Andrea Barbiani (1755) e una tela di Gaspare Sacchi (1517-1536).

CONTATTI

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FOCUS

La cripta della Basilica di San Francesco

Nella Basilica di San Francesco, al di sotto del presbiterio, si trova una cripta risalente al IX – X secolo d.C., raggiungibile scendendo una doppia rampa di scale.

Sotto l’attuale altare, attraverso una piccola finestra ad arco protetta da una balaustra, è possibile godere di una spettacolare vista su un pavimento in mosaico totalmente ricoperto dall’acqua di falda che, a seconda delle piogge e del livello del mare, varia in altezza durante l’anno.

Non si tratta tuttavia di acqua di mare, ma di acqua dolce filtrata e lo dimostrano i pesci rossi che vi nuotano a decine tra i colori delle tessere di mosaico.

I mosaici che ornano il pavimento risalgono al periodo tardoantico (V secolo d.C.) e furono oggetto di restauro nel 1877. Su di loro sono riportate due epigrafi in mosaico, una in greco e l’altra in latino.

La prima, quella in greco (lingua che parlavano Galla Placidia e Pietro Crisologo), tradotta significa: “I servi di Dio Esichio e Gemella hanno offerto alla chiesa un tratto di mosaico pavimentale”.

La seconda, invece, in latino ricorda la sepoltura del vescovo Neone (451-459), successore di Pietro Crisologo: “(Is) te locus sancti complectitur (ossa Neonis) (hui)us cana fides altum per saicula (caelum) possidet (et) totos gaudet secura p(er annos)”. Ovvero: “Questo luogo contiene le ossa del santo Neone. Per la sua immacolata fede ha raggiunto il cielo per sempre e per sempre gioisce nella pace”.

Tra il 1918 e il 1921, la cripta fu  liberata dal pietrisco e dai muri divisori, e completamente ripristinata. Periodicamente viene svuotata per consentire la pulizia dei mosaici pavimentali e la raccolta delle monetine che, turisti e ravennati, lanciano nell’acqua. Le monete di rame tendono infatti a ossidarsi, rischiando di rovinare i preziosi mosaici pavimentali.

Di fronte alla finestra di accesso alla cripta è poi collocato un piccolo sarcofago che riporta la scritta “Ossa Neonis”, a ricordo che un tempo qui era stato sepolto Neone, vescovo di Ravenna e committente della primitiva chiesa dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo.

informazioni utili

Orario

Da lunedì a venerdì: 7.00 – 12.00 e 15.00 – 18.00
Sabato e domenica: 7.00 – 18.30

Tariffe

Ingresso gratuito.

Accessibilità

La basilica è accessibile ai disabili sia dall’entrata principale che da quella laterale. La cripta non è accessibile a persone con disabilità motorie.

Come Arrivare

La basilica si trova nel cuore di Ravenna, in area pedonale a traffico limitato. Insieme agli Antichi Chiostri Francescani, la Tomba di Dante, il Museo Dante e il Quadrarco di Braccioforte rientra tra i monumenti che compongono la cosiddetta Zona del Silenzio.

A piedi: la basilica è facilmente raggiungibile a piedi partendo dalla vicina stazione ferroviaria

In bus: a soli 20 mt. in Piazza Caduti della Libertà fermata bus per tutte le linee.

In macchina: il centro storico di Ravenna è a accesso limitato. Per conoscere le più vicine aree di parcheggio, vedi QUI.

A cura della Redazione Locale
E-mail: turismo@comune.ravenna.it

Ultima modifica: 28 Settembre 2023

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