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Luoghi, i personaggi e le storie che raccontano l’anima autentica di Ravenna

C’era una volta il tram a Ravenna…

Tranvia Forlì Ravenna

Immaginate un convoglio che trotterella sull’argine del fiume Ronco, pochi metri sopra la strada che ancora oggi collega Ravenna a Forlì. Una lunga scia di vapore lo segue e lo rende visibile da molte miglia.

Questo convoglio è trainato da un “cubo”, ovvero una rudimentale locomotiva a vapore cabinata e trasporta qualche decina di persone, nonché alcune casse e barili. Non è un treno, ma un tranvai.

Il drappello di vagoni si ferma a Ghibullo, piccola frazione ravennate, crocevia strategico verso la campagna di Russi, poi riparte verso la città.

Supera il ponte della Cella (oggi in località Madonna dell’Albero) e prosegue fino a Porta Nuova, nei pressi del MAR – Museo d’Arte di Ravenna.

Percorre tutto corso Garibaldi (oggi via di Roma), passa accanto al cosiddetto Palazzo di Teodorico e arriva in Darsena per depositare il suo carico di merci e passeggeri, poi compie una “S” e torna indietro, di nuovo verso Forlì o magari verso lo zuccherificio di Classe.

Doveva essere questo lo scenario nella Ravenna di inizio ‘900. Uno scenario oggi difficile da immaginare, essendo scomparsi (ma non del tutto!) i segni di quell’epoca e dei suoi mezzi di trasporto.

In un’Italia monarchica e alle prese con la modernizzazione portata dal treno, l’avvocato Giovanni Brusaporci intuisce l’importanza di collegare con il tram il suo paese d’origine – Meldola – a Forlì, e da qui fino a Ravenna, in attesa di una linea ferroviaria adeguata (che, per altro, non arriverà mai).

Parte così, nel 1879, l’avventura su ferro di questa parte di Romagna, già attraversata da alcuni anni da diverse linee che collegavano Rimini a Faenza e Bologna.

Tranvia Forlì Ravenna
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La linea Forlì-Ravenna del tramvai fu inaugurata nel novembre del 1883 e negli anni seguenti, con l’acquisizione dei diritti da parte di un’azienda belga, si procedette al prolungamento verso Classe.

45 minuti da Meldola a Forlì, e 90 minuti (ma spesso anche due ore) per il tragitto Forlì-Ravenna: i tempi di percorrenza oggi forse appaiono improbabili, e magari strappano un sorriso, ma allora costituirono un notevole passo avanti per il collegamento attraverso l’entroterra romagnolo.

Eppure questi lunghi viaggi, in confronto ai 20/30 minuti di oggi, permettevano ai commercianti di avere il tempo necessario a contrattare i prezzi delle merci e giungere a destinazione con l’accordo bello e pronto.

La linea resistette per alcuni decenni ma uscì malconcia dal primo conflitto bellico.

L’avvento del trasporto su gomma e i numerosi tentativi mai conclusi di potenziamento portarono al suo abbandono e alla chiusura definitiva all’inizio nel 1930.

Dal 2016 presso la Vecchia Pesa di Classe, di fronte al Classis – Museo della città e del Territorio, è possibile riscoprire l’atmosfera di quell’epoca grazie al piccolo museo ferroviario dedicato, e anche ai numerosi eventi culturali che caratterizzano questo luogo durante l’anno.

Vecchia Pesa di Classe (Ravenna)
Vecchia Pesa di Classe (Ravenna) | Foto © ravennatoday.it
Pierpaolo  Zoffoli

Pierpaolo Zoffoli

Like when you find the sand of the previous year at the bottom of the luggage

By the Local Editorial Staff
E-mail: turismo@comune.ravenna.it

Publication date:5 April 2022
Revision date:5 April 2022

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