Con Zona dantesca si intende oggi una porzione del centro storico di Ravenna che trova nella Tomba di Dante – il tempietto neoclassico progettato da Camillo Morigia nel 1780-1781 per ospitare le spoglie mortali del sommo Poeta – il suo fulcro principale.
Quest’area è frutto di una serie di interventi urbanistici, condotti fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, che le hanno conferito quelle caratteristiche che tuttora la connotano, facendole guadagnare l’appellativo di “Zona del silenzio”.
All’origine dell’intervento di sistemazione che assunse l’aspetto attuale nel 1936, grazie al progetto dell’architetto Giorgio Rosi, vi era infatti proprio l’intento di creare un’area di rispetto, di pace e tranquillità attorno al sepolcro dantesco, al Quadrarco e ai chiostri francescani.
Si è quindi lavorato per isolare l’area dal traffico e dal frastuono della vita cittadina, conferendo così al luogo quella dimensione di raccoglimento e sacralità che nelle intenzioni dei promotori dell’opera doveva spettare all’“ultimo rifugio” terreno dell’Alighieri.
Attraverso una serie di demolizioni e ricostruzioni, aperture di nuove piazze e deviazioni del traffico cittadino, la sistemazione di tale zona ha costituito un intervento fondamentale nella storia urbanistica di Ravenna e l’episodio non rimase relegato al solo interesse locale: i lavori furono possibili anche grazie all’interessamento diretto dell’allora Governo fascista che, a dimostrazione della centralità che la figura di Dante ha sempre rivestito nell’identità culturale, ne ha fatto un obiettivo di vanto dell’intero Paese.