Il Planetario di Ravenna, immerso nei 37.500 metri quadrati di verde dei Giardini Pubblici, è stato inaugurato nel 1985. Con una cupola di 8 metri di diametro e 56 posti a sedere, accoglie i visitatori per conferenze e appuntamenti a tema. Nelle serate estive è inoltre possibile partecipare a speciali incontri per l’osservazione del cielo notturno al telescopio.
Il fascino di Ravenna per l’astronomia ha sicuramente origini antiche, basti pensare al mausoleo di Galla Placidia, con la sua magnifica volta musiva, ornata di stelle nel cielo blu intenso.
Sono riconoscibili, all’esterno del Planetario, tre immagini, simbolo di passato, presente e futuro.
A destra dell’ingresso, un grande orologio solare costituito da 66 piastrelle, riporta anche un abaco delle coordinate celesti e una meridiana. In alto a sinistra, invece, campeggia l’opera in mosaico di Invader, street artist francese che ha disseminato Ravenna delle sue provocazioni, come questa, dedicata a Star Trek e ispirata al dominio pervasivo della tecnologia sull’uomo.
Infine, poco distante dall’edificio, il magico Cerchio di Ipparco, astronomo greco del II secolo a.C., richiama ancora curiosi e appassionati. Entrando sotto la cupola s’assiste a una proiezione della volta stellata: il cuore pulsante del planetario è, infatti, il macchinario ZKP 2, che proietta l’immagine artificiale della volta celeste nelle migliori condizioni ambientali, cioè senza inquinamento atmosferico e visivo, con circa seimila stelle, i cinque pianeti conosciuti fin dall’Antichità (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) e molto altro.
La visita al planetario è molto apprezzata da alunni e insegnanti, perché l’astronomia consente di collegarsi facilmente alla letteratura, alla storia, alla fisica, alla geografia, alla mitologia e alla poesia, diventando uno strumento efficace per avvicinarsi allo studio della natura, comprendere il significato del metodo scientifico e l’importanza della conoscenza.