Originariamente, qui sorgeva una dimora cinquecentesca, Casa Rizzetti, poi trasformata in Locanda, dove, tra il 1819 e il 1820 soggiornò anche il poeta romantico Lord Byron.
In occasione del rifacimento della complessiva area dantesca, nel 1936, l’architetto piacentino Giulio Ulisse Arata progettò l’attuale edificio in stile razionalista, il cui fianco guarda piazza San
Francesco, mentre la facciata con l’ingresso principale è su via Corrado Ricci.
Oggi è sede della Biblioteca Oriani, inaugurata nel 1927 e specializzata in storia contemporanea e studi politici, economici e sociali.
Grande spazio è riservato ai volumi che trattano di fascismo e antifascismo, della storia dei partiti politici in Italia, e dei movimenti sindacali e operai e, più in generale, al pensiero politico e sociale.
Dedicata allo scrittore romagnolo Alfredo Oriani (Faenza, 22 agosto 1852 – Casola Valsenio, 18 ottobre 1909), ospita un corpus di circa 170 mila volumi, di cui il nucleo più importante è costituito da circa 20 mila titoli dedicati all’editoria fascista.
Curiosamente, nello stesso periodo, vennero acquisiti anche “libri non del Regime” − grazie a una speciale deroga − di cui rimase però vietata la consultazione.
Alfredo Oriani fu l’autore dell’opera La rivolta ideale, che ha influenzato molte personalità della politica e della cultura.
Sono custoditi in questa biblioteca anche i fondi di Olindo Guerrini, lo stesso che cedette la sua casa al Comune di Ravenna per ricavarne un centro culturale, della Resistenza ravennate, il fondo intitolato a Mario Lapucci, arricchito da titoli di editoria umoristica.
Dal 1973, il sostegno dello Stato, della Regione, della Provincia e del Comune di Ravenna ha fatto sì che la biblioteca potesse ampliare attività, spazi e raccolte. Dal 1992 l’emeroteca è stata trasferita nei locali dell’adiacente Palazzo Farini.